giovedì 10 marzo 2011

Detective story

   Ecco la Detective Story vincitrice della prima edizione dell'OpenBook

1) Alina scese dal bus. L'aria fresca le pizzicò le gote e le solleticò il naso. Era finalmente in Italia. Aveva il cuore pieno di sogni e la valigia colma di libri. Giacomo, diretto al solito bar per il solito espresso, restò abbagliato da quella bellezza algida e un po' sfatta. Le si affiancò e chiese se poteva trovarle un albergo. Lei sapeva che avrebbe dovuto stare attenta agli sconosciuti, ma era talmente stanca che avrebbe seguito Belzebù in persona se questi le avesse promesso un letto comodo su cui riposare. Guardò Giacomo e sentì affogare tutti i timori in quello sguardo cristallino. 






2) Alina veniva da Stana de Vale, aveva studiato ma non era riuscita a trovare un lavoro che mantenesse lei e suo figlio Adrian. Così aveva preso la decisione più difficile della sua vita: lasciare il bambino ai nonni e partire in cerca di fortuna. Il giorno prima del viaggio avevano fatto una bella cena in casa e tutti avevano messo il vestito buono. Adrian aveva voluto indossare pure il cravattino verde, quello delle grandi occasioni. Prima di andare a dormire le era corso incontro chiedendole di raccontargli l'ultima fiaba. Addormentandosi le aveva detto di portare il libro con sé, per non annoiarsi durante il viaggio. 






3) Giacomo portò Alina in giro per la città e le comprò pure qualche vestito. Una mattina di sole, mentre si dirigevano al Parco cittadino, Alina disse che era arrivato il momento di trovare un lavoro. Giacomo fece finta di non sentire e pestò il pedale dell'acceleratore. Alina non capì, tentò di protestare, ma lui sibilò tra i denti:”Ci penso io a te”. Giunti al parco stese la tovaglia sul prato, si sedette, invitò Alina a fare altrettanto e iniziò a mordere voracemente il suo panino. Non troppo lontano, una donna dai capelli rosso fuoco nascondeva lo sguardo curioso dietro un libro, e li osservava. Insistentemente. 






4) “Il capo ti vuole vedere” disse una voce al telefono. Giacomo si vestì bene, si spruzzò addosso il suo profumo migliore e uscì. Il capo dell'organizzazione di cui faceva parte era Carmen, una bella donna sui quarantacinque che gestiva un giro di prostituzione pronto a soddisfare i voraci appetiti sessuali di mezza città.
“Che accidenti stai facendo con quella rumena? Perchè ti pago? Per portarla in giro e comprarle i vestiti? Vedi di metterla nell'appartamento con le altre, spiegale come deve lavorare, qual è la sua percentuale e dille di non fare troppo la schizzinosa. Domani voglio i primi guadagni. CHIARO?!” .



5) Giacomo andò a prendere Alina ed in auto le spiegò cosa avrebbe dovuto fare. Lei pianse e gridò. Lui le disse di star calma, che era un lavoro come un altro e che sarebbe sempre stato nei paraggi, nel caso in cui qualche cliente si fosse comportato male. Le disse di farlo per Adrian e le disse pure che le voleva bene... Provò a prenderle la mano ma lei la ritrasse con uno scatto violento. Al residence, le presentò Carmelo, il “portiere” che svolgeva anche la funzione di contabile. Gli occhiali sul naso, i capelli unti, le mani sudate ed una giacca blu dall'intenso odore di naftalina. Consumati i rapporti, era a lui che i clienti lasciavano il denaro. Ed era lui che si occupava delle spartizioni secondo le percentuali definite da Carmen 









6) Alina compie ogni sera i soliti gesti: chiama Carmelo il portiere contabile, gli chiede “quanti sono stasera?”, fa una doccia, apre l'armadio, cerca la lingerie più adatta, si butta sul grande letto pieno di pizzi e fronzoli e aspetta leggendo. TOC. Bussano. E' lui, un altro, l'ennesimo.-Come stai bene- dice Alina ammiccando,-Cosa vuoi fare stasera...?- Aggiunge passandosi la lingua sulle labbra. Le solite frasi. Il solito triste rito. Alina si sente la protagonista di uno squallido film, passa la notte a soddisfare i capricci altrui mentre durante il giorno resta chiusa in camera: la signora Carmen preferisce che non esca troppo, teme che possa fare qualche sciocchezza... 






7) -La dobbiamo trovare!- urla Mario brandendo la pistola come se fosse l'invincibile excalibur. -Calma calma... E posa quell'arma!- lo redarguisce Carletto. Mario e Carletto sono i due tirapiedi di Carmen. Obbediscono ad ogni sua richiesta, desiderio, ordine. Oggi il loro compito è quello di uccidere Alina, la rumena portata due mesi prima da Giacomo. E' scappata dal residence. Non si sa come abbia fatto ad eludere la sorveglianza di Carmelo il portiere e di Giacomo stesso. Forse ad aiutarla è stato proprio lui. Carmen gli ha mandato gli scagnozzi a casa. Quello ha giurato di non saperne nulla, ma quando Mario ha capito che se anche fosse stato Giacomo a tradire non avrebbe mai parlato, gli ha sparato un colpo in pieno viso.

Alina è in viaggio. Dorme. Sogna. Sente delle mani sconosciute che le frugano dentro, fino all'anima. Si sveglia madida di sudore. Si guarda attorno, capisce dov'è ed un sorriso dolcissimo le sboccia sul volto. Stringe il libro di fiabe e si riaddormenta, confusa tra sogno e realtà.



Eliana Eluz Polizzi

2 commenti: